Secondo molti, l’origine del nome Arenella deriva dalla designazione che molti attribuivano ai detriti arenosi provenienti dalla collina dei Camaldoli, trasportati dall’acqua piovana, che si depositavano nello slargo poi divenuto Piazza. L’Arenella è un quartiere facente parte della quinta municipalità del comune di Napoli, insieme al quartiere Vomero. Confina, oltre che a sud con il Vomero, a ovest con Soccavo, a nord con Chiaiano e per poco anche col quartiere San Carlo all’Arena, a est confina, infine, coi quartieri Stella e Avvocata. Inizialmente l’intera zona vide la sola presenza di poche vecchie case rurali ed orti con isolati contadini che, lentamente aggregatisi tra loro, portarono al sorgere di due principali nuclei abitativi : il Villaggio Arenella e le Due Porte. Erano inoltre presenti poche solitarie ville nobiliari (case signorili di campagna) sorte dal ‘600 in poi ad opera di notabili napoletani, come dimore di villeggiatura. Il villaggio chiamato Due Porte era il più piccolo e si trovava alla sommità di un antico percorso, “Salita alle Due Porte”, che collegava la zona bassa di Napoli con la collina. Esso era considerato un luogo di villeggiatura ma anche un luogo da temere. Si racconta infatti che la zona fosse abitata da una vecchia donna con un aspetto orribile (bava alla bocca e occhi lacrimanti) da molti considerata una vera e propria strega, che era solita vendicarsi di tutti quelli che la sfuggivano con anatemi e fatture essa stessa poi toglieva facendosi pagare. L’origine del nome pare derivi dalla presenza della villa di due dei quattro fratelli Della Porta, filosofi ed alchimisti, che qui si trasferirono per godere dell’aria migliore di Napoli e trascorrere in qiete gli ultimi anni della loro vita. Secondo altre ipotesi, invece, il luogo si chiamava così perché nella piazza principale del villaggio si trovavano due porte (tutt’ora ancora esistenti) intitolate a San Gennaro e a San Domenico. La porta San Gennaro si immetteva nel viale di una villa, mentre la porta San Domenico portava nel vico delle fate perchè la maggior parte delle lavandaie al vomero dimoravano in quel luogo. Le antiche lavandaie belle e intriganti, erano, in quel periodo, chiamate “fate” perché mandavano in estasi gli uomini mentre lavavano i panni. L’Arenella, in origine era, per la sua bellezza, comparabile a Posillipo. Il nuovo rione Arenella iniziò gradualmente a rimodernarsi dal 1930, attraverso le costruzioni di nuove strade e palazzi. Nei pressi della piazzetta Arenella, nel piccolo agglomerato di case attorno alla chiesa di Santa Maria del Soccorso all’Arenella (1607), era situata la casa natale del grande pittore Salvator Rosa, una vecchia masseria rurale. Altri importanti edifici di culto sono la parrocchia Beata Vergine Immacolata a piazza dell’Immacolata, la chiesa di Sant’Anna all’Arenella, la chiesa di Santa Maria della Provvidenza e la chiesa dell’Arciconfraternita di Santa Maria del Soccorso. Nel quartiere è anche presente una delle due statue dedicata a Totò, inaugurata il 17 aprile 1999, presso via Sigmund Freud, nella zona Rione Alto. Ognuno, napoletano e non, dovrebbe conoscere il quartiere Arenella, perché la dice lunga la storia e la bellezza di questa città…